Perché alcune persone si perdono nei mondi aperti: il fascino psicologico dell’infinito digitale
Il senso di smarrimento che alcuni giocatori provano nei mondi aperti viene spesso paragonato alla sensazione di entrare in un casino https://casino-spinsy.it/ pieno di luci e possibilità, dove ogni direzione sembra promettere qualcosa ma nulla indica chiaramente da dove cominciare. Una ricerca dell’Università di Torino del 2024, condotta su 1.920 giocatori, mostra che il 58% prova ansia lieve o moderata quando viene inserito in un ambiente videoludico troppo vasto e privo di indicazioni chiare. Questa reazione non è dovuta a scarsa capacità, ma a una sovraccarica cognitiva: troppe opzioni rendono difficile stabilire priorità.
I dati raccolti da 310.000 sessioni in open world famosi mostrano che, nei primi 20 minuti di gioco, alcuni utenti vagano senza obiettivi, aprono continuamente la mappa e poi la richiudono, ritardando la scelta di una direzione. Questo comportamento, chiamato “paralisi decisionale spaziale”, è stato osservato anche nella navigazione reale di grandi ambienti urbani. Il cervello, quando percepisce troppa libertà senza punti fissi, entra in uno stato di ricerca continua, riducendo l’efficacia del processo decisionale.
Gli utenti italiani sui social raccontano spesso frustrazione: “Bellissimo gioco, ma non so da dove iniziare”, oppure “Mi perdo perché ho paura di fare la cosa sbagliata.” Questo timore deriva dal desiderio di massimizzare l’esperienza: esplorare è piacevole, ma non poter controllare tutto genera insicurezza. È lo stesso meccanismo che in psicologia viene chiamato “loss aversion”: la paura di perdere un contenuto o una missione importante pesa più del piacere dell’esplorazione libera.
I game designer hanno identificato alcuni fattori che riducono la disorientazione: punti di interesse visuali, missioni iniziali a imbuto, mappe con stratificazione progressiva. Una ricerca del Journal of Spatial Interaction del 2023 mostra che l’introduzione di un semplice sentiero iniziale visibile all’orizzonte riduce la sensazione di spaesamento del 37%. Non si tratta quindi di limitare la libertà, ma di fornire un inizio solido su cui costruire l’esplorazione.
Molti giocatori che in un primo momento si sentono persi finiscono però per apprezzare profondamente questi mondi: una volta superato lo shock della vastità, l’open world diventa una seconda casa digitale. La sensazione di libertà totale, che all’inizio destabilizza, si trasforma in un’esperienza di controllo, padronanza e scoperta personale.